Oltre a varianti di rischio genetiche, la fisiopatologia dei disturbi bipolari è probabile che sia in parte determinata da fattori di suscettibilità ambientale.
Uno studio ha indagato, in un ampio campione di pazienti bipolari ben caratterizzati, le associazioni tra presentazioni cliniche e sottotipi di traumi infantili, tra cui abbandono e abuso.
Sono stati reclutati 587 pazienti con disturbo bipolare secondo DSM-IV da Francia e Norvegia tra il 1996-2008 e il 2007-2012, rispettivamente.
La storia di trauma infantile è stata ricostruita utilizzando il Childhood Trauma Questionnaire.
Sono state valutate variabili cliniche con la Structured Clinical Interview per i disturbi DSM-IV Axis I ( campione norvegese ) o la Diagnostic Interview for Genetic Studies ( campione francese ).
Età più giovane alla comparsa della malattia bipolare, tentativi di suicidio, cicli rapidi e un maggior numero di episodi depressivi hanno avuto associazioni significative ( P minore o uguale a 0.001 ) con almeno 1 sottotipo di traumi infantili ( abuso emotivo, abuso sessuale e negligenza emotiva ).
L'analisi multivariata che ha analizzato le variabili di trauma ha dimostrato che sia l'abuso emozionale sia sessuale sono stati predittori indipendenti di più bassa età all’esordio ( P=0.002 per ciascuno ) e di storia di tentativi di suicidio ( odds ratio, OR=1.60, P=0.023; OR=1.80, P=0.012, rispettivamente ), mentre l'abuso sessuale è stato il più forte predittore di cicli rapidi ( OR=2.04, P=0.007 ).
Le femmine hanno riferito complessivamente una più alta frequenza di traumi nell’infanzia e maggiori associazioni a espressioni cliniche rispetto ai maschi ( P minore di 0.05 ).
In conclusione, i risultati hanno dimostrato associazioni coerenti tra trauma infantile e più gravi caratteristiche cliniche nel disturbo bipolare.
Inoltre, hanno evidenziato l'importanza di includere l'abuso emotivo così come il più frequentemente indagato abuso sessuale nel delineare le caratteristiche cliniche del disturbo bipolare. ( Xagena2013 )
Etain B et al, J Clin Psychiatry 2013; 74: 991-998
Psyche2013